CHI REGALA UN SORRISO AD UN BAMBINO VEDE IL SOLE STRACCIARE LE NUVOLE

Dammi 3 (parole)

Posted by

·

La pandemia ci ha riconsegnato una scuola che vogliamo migliore.

Il periodo pandemico aveva messo in discussione le pratiche di una scuola addestrativa spesso di vecchio stampo, sicuramente poco attinente alle necessità del tempo moderno ed obiettivamente poco efficace per sanare i bisogni dei nostri bambini.

Era emersa la incongruenza della VALUTAZIONE SOMMATIVA e ci si era lasciati nella speranza di una scuola diversa e potenziata che potesse curare le ferite emotive dei nostri ragazzi.

La realtà di oggi ci riconsegna purtroppo l’eterno plateau di promesse inevase, il solito teatrino dalla memoria corta che ama mettere le mani nelle tasche di ciò che è pubblico (“la sanità sta pure peggio di noi“).

In un anelito di spirito vorrei giocare sognando una scuola diversa attraverso 3 parole, come diceva il ritornello di una canzone di grido qualche anno fa, 3 CONCETTI:

PUBBLICAZIONE, FORMAZIONE E RICERCAZIONE.

La scuola ha bisogno di “PUBBLIC-AZIONE” (AZIONE PUBBLICA): È importante ISTITUZIONALIZZARE l’azione di governo, superando le derive regionalistiche.

L’AUTONOMIA privata delle risorse è diventata una DERIVA soprattutto nelle regioni del centro-sud, aumentando ed amplificando una differenza già marcata, occorrerebbe lavorare per rendere la proposta educativa coerente a livello nazionale senza pensare che si possa risolvere tutto attraverso dei LEP farlocchi (che rischiano di avere la stessa forte dell’INVALSI).

Potrebbe avvenire iniziale lavorando sulla DIGITALIZZAZIONE ma non come la si intende oggi, sprecando le risorse del PNRR in acquisti disatricolati ed inutili, la proposta dovrebbe essere “Ministeriale”, cioè partire da una piattaforma condivisa nazionale a supporto e sostegno delle scuole e dei docenti (atti e risorse): archivi, posizioni, normativa, domande, anagrafica, registri scolastici, supplenze, banche dati e biblioteca di lavoro (didattica), prassi e riflessioni condivise, progetti in rete…

È fondamentale il ripristino della funzionalità delle strutture periferiche (USR ed Ambiti Territoriali) e dei ruoli (ispettivo e direttivo) per consentire il fluire di risorse ed alimentare e condividere le buone pratiche e la formazione; con l’Autonomia si è deciso di prosciugare progressivamente questo canale, e i risultati non sono confortanti, occorre tornare indietro prima che sia troppo tardi.

Il percorso professionale deve prevedere una DEFORMAZIONE: la Formazione Ministeriale deve intervenire attivamente sulle pratiche elaborando una metodologia che metta al centro delle azioni educative l’alunno, al contempo deve concorrere ad una vera e propria demolizione di prassi incancrenite, dannose e deleterie, frutto di anni di incattivito addestramento, di conformismo metodologico e di staticità didattica. 

Una FORMAZIONE ASSISTITA, CONTINUA e PERMENENTE strumento della professionalità docente, focalizzata ed orientata in un orizzonte di consapevolezza, in ottica di AUTOREGOLAZIONE ed AUTOVALUTAZIONE del proprio operato alla continua ricerca delle migliori strategie metodologiche e didattiche, per affrontare i problemi della crescita dei nostri ragazzi.

È indispensabile mettere in discussione l’agito con le sue modalità, risorse, bisogni e necessità in un’ottica di condivisione, di aiuto cooperativo e reciproco e legare la competenza e la professionalità alla progressione economica (attraverso una formazione ministeriale dei docenti con le caratteristiche soprascritte)

Occorrebbe anche mettere a sistema COLLABORAZIONE STRINGENTE tra gli Enti di Alta Formazione e la didattica scolastica (Università e docenti devono collaborare attivamente in ottica di continua RICERCAZIONE); il potenziamento di INDIRE risulta indispensabile in tal senso, gli Uffici dell’amministrazione periferica potrebbero agevolarne l’azione attraverso dei “comandi” dedicati, nella rete potrebbero confluire consulenti territoriali (pedagogisti e psicologi).

La presenza di questo ente nelle scuole mi pare vitale, dovrebbe essere una chiave di svolta come lo è stata la valutazione formativa per la primaria.

Una valutazione che dobbiamo difendere per non ritornare a quelle criticità emerse (la scuola attiva contesta la selezione operata da un certo tipo di valutazione da dopoguerra… è arrivato il tempo di cambiare senza remore).

Senza passato non si sogna il futuro: non possiamo avere i frutti se tagliamo le radici.

Scopri di più da GIULIO DE VIVO

Scrivi la tua mail se vuoi ricevere gli aggiornamenti, altrimenti continua.

Continua a leggere