CHI REGALA UN SORRISO AD UN BAMBINO VEDE IL SOLE STRACCIARE LE NUVOLE

Becchino Express

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Storpiamo il nome della famosa trasmissione per un fine nobile

Siamo da troppo tempo spettatori di una drammatica trasmissione che vede come protagonista un Ministero, della Distruzione, che sta smantellando progressivamente ciò che è rimasto della Scuola Pubblica, un Ministero che sin dalla sue denominazione chiarisce l’intento, si è passati dalla Pubblica Istruzione, all’Istruzione e infine all’Istruzione e Merito: passaggi di consegne che chiariscono i traguardi che un paese vuole darsi.

Nel nostro caso la scomparsa del termine “pubblica” tanto ci racconta di quel progressivo disimpegno che ha favorito e favorisce la scuola paritaria che peraltro ricambia con peso e favore politico.

La mancanza di risorse e supporto adeguati costringe le nostre scuole a operare con budget limitati, affrontando problemi come classi sovraffollate, mancanza di materiale didattico e carenza di personale qualificato, fattori che portano a un calo di efficienza e prestazione anche da parte degli studenti e alimentano l’opinione negativa sul sistema educativo.

La serie di tagli drastici che i governi di centrodestra hanno operato sulla scuola soprattutto nella gestione Moratti e Gelmini hanno lasciato la scuola monca (maestro unico, attività pratiche nella secondaria…), a ben poco è servita l’insulina della 107: il potenziato discrezionale che si voleva lasciare ai Dirigenti Scolastici della scuola dell’Autonomia ha solo compensato in parte le necessità ma non ha saturato le profonde ferite.

Vi è inoltre una mancanza di comprensione dei complessi problemi educativi, che richiederebbero strategie efficaci per promuovere una visione più equilibrata e costruttiva del sistema educativo pubblico, che mina nelle fondamenta la sfida legata alla diversità e all’inclusione: la necessità di soddisfare le esigenze di studenti provenienti da background culturali, socioeconomici e linguistici diversi è estremamente impegnativa tuttavia, spesso la complessità di queste sfide non viene compresa pienamente, portando a critiche ingiuste nei confronti di chi cerca di affrontarle.

La diminutio è stata corroborata da campagne denigratorie nei confronti dei docenti e dell’Istituzione (ricordo a memoria le invettive della politica contro i docenti fannulloni e i troppi bidelli…) mentre i media enfatizzano gli eventi negativi o i fallimenti del sistema scolastico senza dare spazio alle molte storie di successo o alle sfide che le scuole pubbliche affrontano… altro che la scuola pubblica è il pilastro fondamentale della nostra società democratica!

Le ferite non si rimarginano da sole: la fatiscenza degli edifici, gli episodi di bullismo, le percentuali preoccupanti di dispersione scolastica, la percezione che i ragazzi e le famiglie non trovino nella scuola una comunità accogliente ma giudicante e selezionatrice…

Ora si vuole definitivamente affossare la scuola associando l’anoressia delle risorse (si sopravvive solo inseguendo PNRR) con una scellerata serie di misure coercitive: atti di imperio e di forza (abusi come sistemi di correzione e di disciplina) che poco hanno di risolutivo, buoni solo per acuire le tensioni ed aumentare le distanze con le famiglie.

In conclusione, la denigrazione della scuola pubblica è un fenomeno dannoso che può danneggiare il tessuto stesso della nostra società, promuovere una visione più equilibrata e costruttiva del sistema educativo pubblico richiede un impegno collettivo e continuo da parte di tutti gli attori interessati, solo attraverso una collaborazione efficace e un impegno a investire nelle nostre scuole possiamo garantire un futuro migliore per tutte le nostre studentesse e i nostri studenti.

E allora che becchino sia chi vuole destinare alla sepoltura la nostra beneamata scuola.

Io al funerale non voglio andare.


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